04.01.2024
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Non siamo del tutto soddisfatti della situazione attuale. Ma troppo spesso i buoni propositi svaniscono dopo la prima euforia, la prima faticosa settimana di jogging, l’attacco di fame alle ore 15.00 o la prima sigaretta con un bicchiere di vino. Eppure, volevamo cambiare qualcosa.
Da un buon proposito non nasce automaticamente un’abitudine
Si trovano rapidamente scuse. All'inizio, prevale ancora la coscienza sporca. Ma dopo due o tre volte pensiamo che non vale più la pena di seguire i buoni propositi. Gettiamo la spugna. Forse diamo la colpa del nostro fallimento a noi stessi o a circostanze esterne. Se procediamo spesso in questo modo, il nostro atteggiamento personale nei confronti dei cambiamenti si trasforma. A un certo punto, non ci crediamo più. A furia di rimproveri, siamo convinti che pecchiamo di autodisciplina o che il vicino guastafeste voglia ostacolare la nostra felicità personale. O cose simili.
I cambiamenti richiedono tempo, si fanno attendere. E da un buon proposito non nasce automaticamente un’abitudine
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Una percezione del corpo differenziata aiuta
Attraverso una percezione del corpo differenziata, è possibile riconoscere se gli obiettivi personali sono coerenti e dove incontrano resistenza. Queste osservazioni sono di grande aiuto nella formulazione dei cambiamenti perseguiti. Una forte percezione di sé è un buon sensorio per riconoscere i piccoli cambiamenti Nella Terapia complementare si prende coscienza di questi piccoli passi quasi impercettibili e li si apprezza. Ciò incoraggia a continuare il processo e a non limitarsi a osservare ciò che non va per il verso giusto. Sulla via del cambiamento, non sempre tutto deve funzionare alla perfezione. Il fallimento è parte integrante del processo e non deve scoraggiarvi nel perseguimento di un obiettivo coerente
Siate gentili con voi stessi. Aiuta!
Cosa accade con i cambiamenti non realizzati? Molti di noi non sono gentili con sé stessi. La cura di sé è sulla bocca di tutti. Il concetto viene idealizzato piuttosto che praticato. Tutti noi siamo molto spesso confrontati con la voce critica interiore che continua a ripetere che non siamo ancora riusciti a fare questo e che non siamo capaci di fare quello. Questa autocritica crea tensione in noi e ci priva della gioia di continuare a perseguire il nostro obiettivo.
È utile capire come funzionano le abitudini e che può essere altrettanto difficile abbandonare una vecchia abitudine o adottarne una nuova.
Creare consapevolezza per eliminare le cattive abitudini
F.M. Alexander, il fondatore della Tecnica Alexander, scrive che se ci concentriamo troppo sui nostri obiettivi, le vecchie abitudini cercheranno continuamente di influenzare il
risultato. Affinché ciò accada meno, non dovremmo soltanto essere consapevoli delle nostre azioni e dei nostri obiettivi al momento, ma anche dei pensieri e delle emozioni che li accompagnano. Dovremmo osservarli con amore, accettarli e integrarli. Riflettendo sul nostro comportamento, diventiamo consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Come tutti metodi della Terapia Complementare la Tecnica Alexander utilizza il corpo come specchio dei pensieri e delle emozioni. Diventando consapevoli degli schemi mentali, possiamo anche affrontarli in modo mirato.
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Domandatevi: di che cosa si tratta?
Si tratta di ottimizzazione di sé? Desiderate essere più snelli, più belli, più in forma o avere più successo? Se siete onesti con voi stessi, si tratta davvero della vostra persona, dei vostri desideri e delle vostre esigenze oppure desiderate raggiungere questi obiettivi per soddisfare le aspettative del vostro entourage?
Verificate la coerenza delle vostre visioni tramite una percezione di sé differenziata. Il vostro progetto corrisponde ai vostri valori e principi e alla pratica di vita? Quindi, anziché orientarvi sugli ideali degli altri, potreste chiedervi: che tipo di persona desidero essere e che cosa occorre per diventare sempre più simile a questo tipo di persona? Coloro che apprezzano il processo non devono aspettare di raggiungere l’obiettivo per essere soddisfatti.
La chiave è la chiarezza
Non è possibile modificare l’inconscio. Anche se desiderate consapevolmente un cambiamento o state cercando di ottenerlo, molte cose dentro di voi (i vostri valori e principi, la vostra identità) influenzano inconsciamente il processo e il raggiungimento o meno della vostra visione.
La Terapia Complementare promuove una percezione del corpo differenziata; le emozioni e i pensieri vengono resi consapevoli e classificati in base alle vostre azioni e ai vostri desideri. È quindi possibile sviluppare e adottare strategie che rendono possibili azioni alternative.
Fate chiarezza, in quanto essa è molto più decisiva rispetto alla motivazione quando si tratta di raggiungere obiettivi!
Autori e autrici
Mario Schenker KomplementärTherapeut mit Branchenzertifikat Methode AlexanderTechnik, Baden
Sonja Baumann-Künzler, terapista complementare con diploma federale nel metodo della Tecnica Alexander, Schwarzenburg e Berna
Schweizerischer Berufsverband der AlexanderTechnik, www.alexandertechnik.ch
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